
Caro Anno Nuovo,
lo so, stai ricevendo in queste ore di fuoco miriadi di suppliche e richieste.
Forse non è il momento giusto per aggiungermi alla processione di postulanti, potrei chiederti udienza diciamo verso aprile così le acque si saranno un po’ calmate e tu saresti forse più disponibile ad ascoltarmi.
Ma…..aprile è lontano.
Non posso aspettare quattro mesi.
Fai uno sforzino e ascoltami quindi per qualche secondo.
Non ti ruberò alla fin fine molto tempo.
Ho vissuto un anno pesante.
Un anno di consapevolezze, sia brutte che belle.
Ho scoperto quanto può essere lacerante l’indifferenza ed il silenzio di chi ami da quando sei nata e quanto possa ferire il capire che tutto quello che vorresti ancora è solo un semplice bacio in fronte come quando da bambina gli correvi incontro all’uscita di scuola.
Ho capito che nella vita si può fare a meno di tutto tranne che del proprio passato e presente e che il futuro è una promessa, un sogno ma non una certezza.
Ho capito che dire addio ad una presenza silenziosa che da diciassette anni c’era senza chiedere niente più di quello che le potevo dare, e non era molto, è un dolore che ti rimarrà sempre dentro.
Ma ho scoperto anche che un sorriso ed una manina nella mia e una vocetta che parla a raffica, facendo le mille e una domanda, valgono molto ma molto di più di mille altre cose.
Che un abbraccio ad un’ amica vale più di mille parole.
Che svegliarsi di notte con il cuore freddo per il tempo che passa non ha importanza se nella stanza accanto dorme qualcuno che un giorno guarderà suo figlio per cercargli nel volto qualche somiglianza con me.
Vorrei che tu, caro 2009, mi portassi serenità e ancora consapevolezze, solo quelle belle però, quelle che ti fanno sorridere col cuore, quelle che ti fanno cantare stupide canzonette mentre fai le pulizie, quelle che ti fanno fotografare un fiore che sbuca dalla neve, quelle che ti fanno urlare a squarciagola per una partita di minibasket di pulcini di nove anni.
Quelle che non ti può togliere nessuno perché sono solo tue.
Non chiedo troppo.
E questo è il dolce giusto per chiudere l’anno delle disillusioni.
Un dolce che tanto tempo fa da bambina cercai di imparare a fare perché piaceva moltissimo ad una persona importante nella mia vita.
Strudel poverissimo
per la sfoglia:
200 gr farina 00
50 gr zucchero semolato (se lo si preferisce più leggero, lo zucchero si può omettere)
4 cucchiaio olio extravergine
acqua tiepida q.b
per la farcitura:
200 gr uvetta passa
1 kg di mele
cannella in polvere
zucchero semolato
burro
per la lucidatura:
tuorlo d'uovo
latte
Si impasta la farina, l'olio, lo zucchero e tanta acqua tiepida quanto serve per ottenere un impasto morbido ed elastico.
Si lascia riposare per almeno una mezzoretta avvolto nella pellicola.
Nel frattempo si fa rinvenire l'uvetta passita in acqua tiepida e poi si scola bene asciungandola con della carta assorbente.
Si stende con il mattarello su un piano infarinato e poi su uno strofinaccio infarinato la pasta in un tondo molto ma molto sottile, quasi trasparente da intravedere la trama dello strofinaccio.
Questo impasto si presta molto bene ad essere lavorato senza stracciarsi perchè è molto elastico.
Una volta steso l'impasto allora si tagliano velocemente le mele a fettine sottili e si stendono sulla sfoglia in maniera uniforme.
Poi le uvette, poi una spolverata di zucchero, una spolverata di cannella in polvere e qualche fiocchetto di burro (se ne può fare a meno, questo è uno strudel povero...).
Si inizia poi ad arrotolare, aiutandosi con lo strofinaccio, piegando prima i bordi laterali per evitare che fuoriesca il ripieno, bagnando con un poco di albume i bordi così attaccano bene.
Alla fine si ripiega l'ultimo lembo a chiudere il rotolo e spennellando l'albume per incollare i lembi.
Sempre aiutandosi con lo strofinaccio, trasferire il rotolo in una teglia capiente dai bordi bassi (la leccarda è perfetta) foderata di carta forno.
Si spennella con il tuorlo sbattuto con poco latte tutta la superficie dello strudel e poi si spolvera con poco zucchero semolato.
Si inforna in forno già caldo a 180° per circa un'oretta.
Quando è completamente freddo, si taglia a fette spesse due, tre centimetri e si serve spolverato di zucchero a velo con accompagnamento di crema inglese alla cannella.