
Chi è di qua che guarda attraverso il filo spinato, al caldo nel suo cappotto, tranquillo sapendo che c’è una casa che l’aspetta e un diritto intoccabile di popolo…
Chi è di là che guarda, la pelle violacea intirizzita, qualche straccio addosso che pende dalle spalle ossute, lo sguardo spento di chi non conosce un “oggi” e non vuole ricordare lo “ieri”.
Non sentiamoci al di qua del filo spinato solo perché nessuno ci ha attaccato una stella sul cappotto o ci ha trascinato via su carri bestiame.
Oggi non ci sono più stelle gialle da cucire sui panni e non ci sono carri bestiame.
Ma ci sono sempre violenza e arroganza e diritti inviolabili violati con noncuranza.
Non ci sono buoni e cattivi: ci sono solo esseri umani che chiedono di poter sperare almeno in un “oggi” fatto di pane, pace e bimbi da poter veder crescere.
Io non c’ero ai tempi delle stelle gialle e dei carri bestiame, eppure non dimentico.
Non dimenticare il passato è l’unico baluardo contro il presente e l’unico sostegno per il futuro.
Io non c’ero allora.
Ma ci sono adesso.
E gli sguardi di chi non conosce un “oggi” e non ha mai avuto uno “ieri” che vedo in televisione o sui giornali sono gli stessi delle foto in bianco e nero di tanti anni fa.