giovedì 26 febbraio 2009

Cioccolato?...E sia: Chocolate Crinkle Cookies ed un AVVISO IMPORTANTE



ATTENZIONE:
Innanzitutto, una piccola segnalazione.
Aprire un blog per me significa condividere ciò che penso o faccio.
Credo che questo sia il senso puro dello scrivere e gestire un blog.
Così come credo che se un/a blogger accettano di mettere link commerciali a pagamento sul blog che creano, pensano, vivono, soffrono, sia cosa più che giusta.
E' una scelta.
Però non tollero chi apre un blog di ricette solo per avere soldi dalla pubbblicità a pagamento, limitando i contenuti del blog ad una neanche tanto raffinata opera di copia/incolla tra blog veri di cucina, ricette, pensieri e quant'altro.
Vi segnalo (in senso negativo) questo blog perchè possiate verificare se sono state utilizzate vostre foto e se condividete o meno lo sfruttamento commerciale che delle vostre foto si fa in quel blog.

E' pur vero che vengono citate le fonti delle foto ma io comunque non voglio che le mie foto vengano utilizzate (come quella del clafoutis che vi ho messo nel link) per ricarvarne direttamente o indirettamente dei soldi.
Ho scritto all' autrice (sic) del blog questo commento:
"Gentile Sig.ra Laura,
ho appurato che Lei ha utilizzato la foto del clafoutis alla feta e pomodorini, pubblicata sul mio blog polpettaperfetta.blogspot.com senza chiedermi una espressa autorizzazione a farlo.
Poichè ogni foto e scritto che pubblico sul mio blog sono coperte da Common Creative License (trova il logo ben visibile in calce alle pagine),e poichè il suo blog si caratterizza per una finalità prettamente commerciale che io non condivido, NON la autorizzo ad utilizzare foto mie per il futuro e Le richiedo epsressamente di cancellare con effetto immediato la foto del clafoutis ed altre che avesse utilizzato in passato, riservandomi di verificare l'immediata attuazione di quanto richiestoLe e di adire le opportune vie legali in caso contrario.
La ringrazio."

E passiamo alle cose dolci.

Chocolate Crinkle Cookies


56 gr burro
225 gr cioccolato fondente sminuzzato
100 gr zucchero
2 uova intere
estratto di vaniglia (io non l'avevo e ho usato i semini)
210 gr di farina
1/2 cucchiaino lievito per dolci
1/4 cucchiaino sale
110 gr zucchero a velo
Si scioglie il cioccolato col burro in una ciotola capiente e si fa intiepidire.
Nel frattempo si mescola la farina con il sale e il lievito.
Si montano le uova intere con lo zucchero finchè il composto non "scrive".
Poi si aggiunge alle uova sbattute il composto di burro e cioccolato e si mescola per amalgamare.
In ultimo si aggiunge la farina.
Quando tutto è amalgamato, si copre la ciotola con della pellicola e si mette in frigo a riposare, per tutta la notte; se si ha fretta, lasciarla almeno per due ore.
Prelevare delle piccole quantità (io ho pesato pezzettini da 15 gr l'uno) e fare delle pallottoline.
Se fa molto caldo man mano che si fanno le palline, metterle in frigo a raffreddarsi.
Con questa dose vengono fuori circa 42 palline da 15 gr l'una.
Rotolare le palline ripetutamente nello zucchero a velo in modo che siano uniformemente coperte da esso.
Porle sulla teglia foderata di carta forno lasciando un pò di spazio tra l'una e l'altra perchè poi si "allargano" in cottura.
Prescaldare il forno a 170°.
Infornare per 8,10 minuti, assolutamente non di più sennò l'interno non rimane morbido.
Sfornare e non toccare finchè non sono assolutamente freddi.



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martedì 24 febbraio 2009

Elogio della serenità e della consapevolezza: la Treccia Zuccherata



Impastare.
E' la cosa più rilassante, più antica del mondo.
Anche se uso l'impastatrice, un giro di manualità me lo regalo sempre.
Mentre le mani affondano nella pasta, la stravolgono e la ricompongono, la distendono e la riavvolgono, le mani diventano il fulcro dell'energia del mondo, la mente non pensa o pensa ma non se ne ricorda, vaga, svolazza, si concentra nel contatto della farina che si fonde con gli altri ingredienti.
E poi attendere che lieviti l'impasto, che dalla superficie compatta esploda un alevolatura che si svelerà solo con la cottura.
Spio spesso l'impasto mentre lievita, tocco con un dito quella morbidezza via via più gonfia.
E poi la formatura.
A me piace molto la treccia, i cordoni annodati simmetricamente mi danno l'idea della forza di semplici cose mischiate insieme, un'armonia che si compone e scompone allo stesso tempo.
Oggi, dopo tanto tempo, ho impastato: ne sentivo il bisogno.
Sentivo il bisogno di guardare un'interno fragrante, una crosta dorata pensando che erano state le mie mani a renderli possibili.
La scelta è caduta sulla Torta Zuccherata delle Simili, intrecciata, mai provata finora.
Il risultato: una treccia poco armoniosa (ho perso la manualità) ma una bontà che prescinde dalla forma.
Morbida, avvolgente, profumata.
Riporto integralmente la ricetta che a suo tempo aveva postato la mia amica Giuli qui.

Torta Zuccherata delle Simili

Prima si impasta il lievitino con:
150 gr di farina 00 di forza
20 gr lievito di birra
80 gr di latte

si lascia raddoppiare (circa 1 ora)

Impasto
450 gr di farina
200 gr di acqua circa
3 tuorli
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di sale
1 limone (scorza)
100 gr di burro a temp ambiente (per l'impasto)
50 gr di burro fuso (per ungere le palline)

In una ciotola sciogliere il lievitino con l'acqua, aggiungere i tuorli attenzione poichè, se mettete i tuorli direttamente nella farina, questi si ammassano direttamente e non riuscirete più a scioglierli, avrete così una focaccia a pois) poi tutti gli altri ingredienti, tenendo per ultimo il burro.
Battere energicamente per 8-10 minuti finchè l'impasto si staccherà dalle pareti della ciotola, metterlo sul tavolo, batterlo sollevandolo con le mani e scagliandolo sul tavolo. (ndr: se avete l'impastatrice, presto fatto...) L'impasto risulterà tenero, ciò nonostante è necessario cercare di non unire troppa farina. Rimetterlo in una ciotola unta di burro e lasciare lievitare 1 ora circa.
Rovesciare sul tavolo, lavorare brevemente e molto velocemente, poi formare 16 palline. Tuffare le palline nel burro fuso e disporle in una teglia rotonda di cm 26 circa, coprire a campana e fare lievitare 25-30 minuti. Cuocere nel forno a 200° per 30 minuti. Sfornare e appena tiepida, pennellare con la glassa.

Glassa:
150 gr di zucchero a velo
3-4 cucchiai di albume
1 cucchiaio di rhum

Stemperare lo zucchero in una tazza con la chiara e il rhum battendo, deve risultare colante. Se quando la mattete sulla torta la vedete scorrere troppo velocemente, unire ancora un poco di zucchero, se al contrario scivola via troppo lentamente, unire un poco di rhum.

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domenica 22 febbraio 2009

Ritorna il Bianconiglio: Clafoutis alla feta, origano e pomodori



Una settimana strana.
Impegnata.
E stressante dal punto di vista fisico e mentale.
Il tempo è passato ma con la lentezza di chi guarda l'orologio minuto dopo minuto e poi non riesce a capacitarsi di quanto tempo sia trascorso alla fine.
Ho superato un ostacolo che mi faceva paura.
L'ho superato con il piglio della condannata ai lavori forzati che afferra il piccone perchè sa che non ha alternative e poi alza gli occhi, vede l'orizzonte davanti a se e capisce che ce la può fare.
Adesso me ne attende un altro, forse più difficile.
Ma c'è tempo e non voglio pensarci ora.
Preferisco rilassarmi completamente e godermi questa sensazione di chi si è lasciato alle spalle un'ombra svelata, una paura sgonfiata.
Dedico questo clafoutis profumato di sole, di discese da gradini bianchi che emanano tutto il calore di un paese che non conosco e che vorrei conoscere, a chi ha affrontato un orco e l'ha ammansito con un sorriso, come me.
Indispensabile la feta.
E questo spiega la visione delle scalinate bianche.
E' un piatto categoria "salvatempo, salvacena, svuotafrigo".
Il che non è male.

Clafoutis alla feta, origano e pomodorini

In genere lo preparo nelle pirofiline individuali calcolando per persona: 1 uovo intero, 100 ml di panna (se non ho panna, uso latte ma il gusto è meno "pieno"), 1 cucchiaino di fecola.
Non avevo idea di quanto fosse buona la "vera" feta, che per la prima volta ho assaggiato perchè una mia cara Amica me ne ha rifornito direttamente dalla Grecia, nulla di lontanamente comparabile con quella che ho mangiato finora.
Per questo clafoutis ne sbriciolo un pò dentro una ciotola e la condisco con olio e origano.
Poi taglio dei pomodorini a metà e ne dispongo sei in ogni pirofilina con la metà tagliata sul fondo.
Frullo la panna (o il latte) con le uova e la fecola con il minipimer.
Distribuisco anche le briciolone di feta nelle pirofiline e poi ci verso sopra la crema di panna e uova lasciando che sporgano le sommità dei mezzi pomodorini.
Inforno nel forno già caldo a 180° per almeno una ventina di minuti, finchè la superficie del clafoutis sia dorata.
Si mangia tiepido.

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domenica 15 febbraio 2009

Voglia di coccole: frittelle con lo zucchero



Voglia di mangiarle appena scolate e passate nello zucchero, bollenti, palleggiandole tra le mani, piccoli morsi golosi inzaccherandosi dita e labbra di dolci granelli da leccare poi, come i bambini.
Sono le frittelle fatte con la paste lievitata, uguale uguale a quella della pizza, tante pallottoline da schiacciare con le mani e farle diventare piatte piatte con un buchino al centro, gettarle nell'olio bollente e assistere al miracolo della pasta che gonfia in un secondo e colorisce dal bianco al dorato.

Impasto per le frittelle
per 12 frittelle
250 gr farina 00
12 gr lievito di birra
150 ml di acqua tiepida
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di olio d'oliva
Impastare tutto e far lievitare in luogo riparato per circa un'ora (deve raddoppiare di volume).
Sgonfiare e reimpastare lievemente, aggiungendo un poco di farina se fosse troppo "umido".
Formare tante pallottoline da 35 grammi, e coprire con uno strofinaccio per evitare che si secchi troppo la superficie (eventualmente oliare leggermente la superficie delle pallottoline.
Lasciar riposare una mezzoretta e poi prenderne una e con le mani appiattirla a disco, lasciando un buchino al centro, più è larga e piatta più si gonfierà in cottura.
Friggerla in olio caldo ma non fumante.
E poi friggere tutte le altre.
Appena fritte, farle scolare prendendole con le pinze dalla padella e poi rotolarle subito nello zucchero semolato.
Vanno mangiate appena fatte, fredde sono buone ma.....non è la stessa cosa che calde...

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venerdì 13 febbraio 2009

Con il capo cosparso di cenere: Involtini con radicchio e provola affumicata



Manco da troppi giorni.
Qui.
E sui blog amici.
Periodo intenso dove l'ordinarietà della vita quotidiana si scontra con una ridda di pensieri, riflessioni, idee che mi fanno sentire quasi come sdoppiata.
Dove mi porteranno queste intense elucubrazioni mentali ancora non lo so.
Sono pensieri belli frullati con una manciata di pensieri negativi, ma non basta mettere una cannuccia nel bicchiere ed aspirarli via come fosse un milkshake...
Mi tocca viverli e meditarli fino in fondo, sentirmene avviluppata con la sensazione che solo una pioggia calda d'estate possa trascinarmeli via lontano.
Cerco di rimanere con i piedi per terra.
Ben saldi.
Concreta nelle paure e concreta nei desideri.
Per le situazioni come la mia, confesso, il cioccolato al latte fa meraviglie...
Ma dopo tanti dolci, per me che non amo molto carne e affini, posto una ricetta sfiziosa che piace perfino alla sottoscritta.

Involtini con radicchio e provola affumicata

Fette di vitellone o manzo tagliare sottili
foglie di radicchio di treviso
timo
olio
provola affumicata
sale
pepe

Le fette di carne devono essere tagliate sottili, il mio macellaio direbbe "altezza tagliata" ma per me sono fette di carpaccio un pò più spesse... questione di punti di vista.
Comunque devono essere sottili ma non stracciate.
La provola affumicata si taglia a dadini, e la si mette al centro di ogni fettina di carne.
Si arrotola la carne a pacchettino su tutti i lati in modo che la carne avvolga perfettamente la provola senza farla uscire.
A parte si mettono a marinare le foglie di radicchio rosso in olio condito con sale, timo e un pizzico di pepe.
Trascorso un pò di tempo giusto per farle insaporire, ogni foglia di radicchio si arrotola strettamente intorno ad un involtino.
Si dispongono uno vicino all'altro in una pirofila, si spennellano (sennò le foglie diventano marroncine e secche) con un poco dell'olio della marinatura del radicchio e si infornano per poco, il tempo che la carne si cuocia.
Sono molto sfiziosi.
L'importante è che la provola sia avvolta ben bene dalla carne così rimane all'interno e aprendo l'involtino si scopre il "cuore" morbido del formaggio.

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lunedì 9 febbraio 2009

Un tramonto per chi se n'è andato



Solo chi ha trascorso ore accartocciato come un pezzo di carta bagnato su una panca aspettando che si aprisse una porta del reparto di rianimazione può capire.
Solo chi ha aggrottato gli occhi nella luce artificiale riflessa per captare, spiare, al di là del vetro il movimento di una palpebra, l'agitarsi ritmico di una gamba può capire.
Solo chi ha guardato nelle pupille sbarrate sperando di leggervi qualcosa che non c'era più può capire.
Solo chi non si rassegna a non ascoltare più "quella" voce, "quelle" risate può capire.
Solo chi ha vissuto la speranza nutrita di soffi trasformarsi nella disperazione più buia e più infinita può capire.
Capire il dolore di un genitore che decide di lasciare andare per sempre la mano della figlia.
Io mando un abbraccio a quei due genitori che sedici anni fa hanno perso una figlia e che oggi hanno perso anche quel simulacro di corpo che una volta era risate, sorrisi, abbracci, calore, gambe che correvano, manine che si aggrappavano alle corde di un'altalena, capelli sciolti nel vento.

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martedì 3 febbraio 2009

C'è freddo e freddo....Gelato di crema da cucchiaiata furtiva



Si, fa freddo, ogni tanto qualche fiocco di neve imbianca tutto il paesaggio a distanza d'orizzonte ma vogliamo mettere un bel gelato di crema da mangiarsi al caldo della propria casetta?
La cucchiaiata furtiva è d'uopo per chi lo prepara, mentre la gelatiera lo sta mescolando o mentre è nel freezer per completare la mantecatura...se c'è da sacrificarsi, non ci si deve tirare indietro...
La ricetta è tratta dall'Enciclopedia della Cucina Italiana, con qualche modifica sulla quantità di panna e sul numero di uova che ho ridotto.

Gelato di crema
350 ml latte intero
200 ml panna liquida fresca
140 gr zucchero semolato
1 baccello di vaniglia
4 rossi d'uovo

Si fa scaldare il latte con la panna, 70 gr dello zucchero e il baccello di vaniglia aperto con i semini "grattati" fuori, fino alla temperatura di 65°, 70°.
Mescolare ogni tanto perchè lo zucchero tende ad attaccare sul fondo.
Mettere il latte a intiepidire.
Nel frattempo mescolare i 4 rossi con i restanti 70 gr di zucchero, senza montarli, solo mescolarli con la frusta.
Versare a filo un poco del composto di latte e panna (filtrando per togliere il baccello) sulle uova e mescolare con la frusta per amalgamare il tutto.
Versare ancora un pò di latte/panna nelle uova sempre mescolando finchè i due composti non siano amalgamati.
Rimettere il tutto nel pentolino e, a fuoco basso, portare alla temperatura di 80°,85° sempre mescolando e senza far mai alzare il fuoco per non farlo bollire.
Lasciare freddare ancora e poi versare nella gelatiera.
Da lì seguire le istruzioni (la mia ci mette circa 40 minuti) e poi conservare il gelato in freezer (non troppo, io direi al massimo tre ore).
Se riuscite a resistere tutto quel tempo.....

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