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martedì 11 gennaio 2011

Bricioline.....Involtini di speck e mozzarella di bufala gratinati



Ci sono momenti che non vorresti finissero mai.
Che il tempo restasse sospeso, come cristallizzato intorno a te.
Per come ti senti.
Per un paio di occhi in cui incroci lo sguardo.
Per una mano che si tende attraverso l'aria.
Per un sapore che ti sorprende nella sua semplicità.
E cerchi di ritrovare quel sapore per ritrovare quel momento.
Questi involtini sono semplici ma li trovo eccezionali nella loro semplicità.ù

Con questa ricetta partecipo al contest di Imma di Dolci a gogò e LeCreuset





Involtini di speck e mozzarella di bufala gratinati
per 4 persone
16 fettine di speck
4 mozzarelline di bufala
4 fette di pane a cassetta
prezzemolo
parmigiano
Tritare in un mixer il pane a cassetta non troppo finemente, metterlo in una padellina antiaderente ben calda e farlo dorare, mescolando continuamente per non farlo bruciare.
Quando è dorato, aggiungere qualche goccia d'olio e continuare a mescolare.
Togliere dal fuoco e versare in una ciotolina.
Appena intiepidito aggiungere un pò di parmigiano e il prezzemolo e mescolare per amalgamare.
Tagliare le mozzarelline a fette spesse e arrotolarle ciascuna in una fetta di speck.
Disporre gli involtini in una pirofila unica oppure in pirofile monoporzione.
Cospargere con la miscela di pane e infornare per una decina di minuti, giusto il tempo che la mozzarella si sciolga un poco.
Mangiare caldo o tiepido.

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domenica 18 aprile 2010

E fu così che la polpetta inciampò sulle Polpette di melanzane.....



Dopo tanto tempo nel blog della polpetta ritorna una ricetta di polpetta.
Che non è perfetta, non è tonda ma è proprio buona.
Con dadini di pomodoro fresco lo è ancora di più.
La ricetta è a naso, nel senso che non avendo mai provato a farle ma avendole mangiate da chi le fa proprio bene, l'ingrediente principale diventa necessariamente la memoria per cercare di "ricostruirla".

Polpette di melanzane

per circa 16 polpette

2 melanzane (di quelle nere lunghe) di grandezza media
4 fette di pancarrè (o altro pane, quello che avete, se è secco, ci vorrà solo più tempo per farlo ammollare)
80 gr pecorino grattugiato
80 gr parmigiano grattugiato
scamorza tagliata a dadini (facoltativo)
1 uovo
farina di polenta gialla
aglio

Tagliare le melanzane in fette alte 1 cm.
Cuocerle in acqua bollente salata per circa 7 minuti, scolarle e stenderle sulla carta assorbente tamponandole con altra carta assorbente.
Ammollare il pancarrè con del latte.
Mettere le fette di melanzana in un mixer, aggiungere il pane strizzato, l'uovo intero, i formaggi grattugiati e l'aglio tagliuzzato finemente, far andare le lame finchè il composto non risulta abbastanza omogeneo.
Versare il composto in una ciotola e finire di mescolare, aggiungendo la scamorza, aggiustare di sale e se è troppo morbido, versarci un paio di cucchiai di farina di polenta.
Con le mani fare delle pallottole non troppo grandi e passarle nella farina di polenta gialla.
Friggerle finchè non sono dorate e scolarle su carta assorbente.
Come accompagnamento, basta tagliare a dadini qualche pomodorino, condirlo con un filo d'olio e sale.


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mercoledì 17 febbraio 2010

Piatto salvacena: Pie di manzo, piselli, pancetta, funghi e crema acida



Quella diavola di una Nigella Lawson.
Quando, girando tra i canali, trovo il suo sorriso malizioso e la sua parlata strascicata e in punta di sospiro, non resisto e non riesco a cambiare canale.
Rimango lì, con fare beota, a fissarla mentre scodella pietanze assolutamente e inconfutabilmente supercaloriche.
E la osservo quando con voluttuosa famelicità se le divora pure, mugulando impudica, noncurante della videocamera e degli spettatori al di qua dello schermo.
Questo piatto nasce da qualcosa che i miei occhi hanno afferrato guardando una delle sue trasmissioni.
Salvacena.
Assolutamente si.
Alla "apro il frigorifero e guardo quello che c'è e mi regolo".
La ricetta....



...nasce come Pie, tradotto volgarmente in "pasticcio".
L'idea carina è il servirlo nelle pirofile monoporzioni con il coperchio di pasta sfoglia ma può essere anche mangiato così, "naked" per dirlo in gergo motofilo.

Pie di manzo, piselli, pancetta, funghi e crema acida

per 4 persone
400 gr di fettine di manzo tagliate non troppo sottili
250 gr pisellini surgelati
20 gr funghi porcini secchi
100 gr pancetta affumicata tagliata a dadini
quattro cucchiaiate di crema acida
timo
farina
un pizzico di polvere di senape

Tagliare il manzo a striscioline, metterlo in un sacchetto di plastica per alimenti, unire due cucchiaiate di farine e una manciatina di timo (fresco o secco), chiudere e smuovere bene il sacchetto per far infarinare bene la carne.
In una padella capiente mettere un goccio d'olio, uno scalogno tagliato sottile, far stufare a fuoco basso e aggiungere la carne, mescolandola perchè si rosoli uniformemente.
Togliere la carne, metterla in un piatto.
Tritare non troppo finemente i funghi secchi, aggiungere nella padella in cui si è cotta la carne un goccio d'olio, far scaldare, e metterci la polvere di funghi a prendere sapore insieme al pizzico di polvere di senape.
Aggiungere i piselli, far rosolare, poi aggiungere un goccio d'acqua e continuare nella cottura.
Quando i piselli sono quasi cotti, aggiungere la carne, la pancetta affumicata e far finire di cuocere mescolando per far amalgamare bene il tutto.
In ultimo aggiungere le cucchiaiate di crema acida.
Aggiustare di sale.
Far freddare completamente e poi distribuire nelle pirofile monoporzione.
Con la pasta sfoglia ricavare delle strisce strette e disporre lungo la circonferenza delle pirofiline, a cavallo del bordo.
Poi ricavare dei tondi un poco più grandi del diametro delle pirofiline e coprire, facendo aderire la pasta sfoglia alla striscia già attaccata al bordo.
Spennellare con rosso d'uovo sbattuto con poco latte e infornare in forno già caldo a 220° finchè la sfoglia non sarà dorata e gonfia.
Sfornare e servire caldi.

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lunedì 28 settembre 2009

Scampoli d'estate: Terrina di prosciutto e caprese



Fa ancora caldo.
Un caldo stupido che ti fa rimpiangere l'estate che sta finendo e temere l'autunno che è dietro l'angolo.
La sera c'è aria abbastanza tiepida, è piacevole mangiare fuori, mangiare qualcosa di veloce, fresco, semplice.
Qualcosa come questa terrina che ho provato per la prima volta a luglio ma che ancora mi piace rifare per riacchiappare un'estate che fugge.
Era su Cucina Moderna del mese di luglio con ingredienti diversi.
L'idea è che il "legante".....

...di questa terrina sia una specie di cremina fatta di latte, parmigiano e gelatina che solidificandosi tiene il tutto unito.
In effetti è vero.
Anche se nella foto la cremina si stava sciogliendo ma in terrazza la sera che l'ho fotografata faceva un caldo....

Terrina di prosciutto, pomodoro, mozzarella e rucola

200 gr prosciutto crudo
300 gr mozzarella fiordilatte
pomodori
basilico
300 ml latte
8 gr gelatina in fogli
3 cucchiai parmigiano grattugiato
sale, pepe a piacere

Per prima cosa si prepara la cremina con il latte messo a scaldare, aggiungendo il parmigiano e mescolando finchè non è sciolto, si toglie dal fuoco aggiungendo la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda.
Si mescola e si fa raffreddare.
La terrina si fa foderando una teglietta da plum cake di fette di prosciutto (per essere più sicuri meglio foderarla di pellicola trasparente) lasciando che trasbordino.
Poi si mettono strati di mozzarella fiordilatte fatta prima sgocciolare, pomodori tagliati a fette, prosciutto, rucola (io ho usato lattuga in questa della foto), basilico spezzettato.
Si versa ad ogni strato un poco della cremina già intiepidita.
Si finisce ripiegando i lembi delle fette di prosciutto, si copre con la pellicola e si mette in frigo per almeno un paio d'ore.

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venerdì 6 marzo 2009

Garfield è a dieta 1: Peperoni stufati e riso venere


La mia amica Ippolita aveva un gadget di Garfield (forse una maglietta) con l'immagine del buffo gattone striato e panciuto che mangiava qualcuna delle sue schifezze preferite e la scritta: "Ok, the diet will be start next monday".
Il Garfield che c'è in me ha rimandato, evitato, soprasseduto ma ora è arrivato "quel" lunedi.

Per la verità da ben due settimane.
E ne sono anche contenta.
Eliminate bevande e acqua gassata, regime alimentare con pochissimi carboidrati, molte proteine e molte verdure.
Per che me che non amo particolarmente carne pesce etc è un bel passo in avanti.
Adesso le mie fantasie gastronomico-culinarie non riguardano focacce e pizzette ma polpettoni volanti di jacovittiana memoria che non si fanno acchiappare.
Decisamente un bel cambiamento.
Se potessi cucinare solo per me e per le mie nuove esigenze alimentari sarebbe una pacchia, invece "tengo famiglia" e quindi...menù doppi, tripli: a quello non piace la frutta e mangia la pasta, a quell'altra invece solo verdure e formaggio, a me niente pasta ma si alla carne, altro che funanbolismo in cucina, di più.
La mia consolazione è che posso continuare a fare dolcetti e pasticci vari, tanto qualche briciolina, almeno la domenica me la posso concedere.
Stasera un piatto tutto per me: nessuno ama i peperoni e il riso venere quindi mi sono regalata una cosina buona ma leggera, dire da dieta fa "tristeessa", diciamo allora "caloricamente correct".

Peperoni stufati e riso venere
Il riso venere si può bollire in abbondante acqua salata e si conserva anche per qualche giorno in frigo, volendo si può anche congelare in piccole porzioni.
I peperoni (già cotti e congelati da dopo l'estate) sono tagliati a piccole striscioline e poi rosolati in un inezia di olio ed un pò d'aglio tritato finemente, salati così perdono la loro acqua di vegetazione, si aggiunge un poco di acqua e si fa cuocere col coperchio eventualmente aggiungendo altra acqua finchè i peperoni non sono cotti.
Il resto del piatto è troppo difficile per scriverlo: provate a immaginare.
E' altamente consigliabile l'abbinamento con una mozzarellina di bufala appena arrivata dalla Campania.
:)

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domenica 22 febbraio 2009

Ritorna il Bianconiglio: Clafoutis alla feta, origano e pomodori



Una settimana strana.
Impegnata.
E stressante dal punto di vista fisico e mentale.
Il tempo è passato ma con la lentezza di chi guarda l'orologio minuto dopo minuto e poi non riesce a capacitarsi di quanto tempo sia trascorso alla fine.
Ho superato un ostacolo che mi faceva paura.
L'ho superato con il piglio della condannata ai lavori forzati che afferra il piccone perchè sa che non ha alternative e poi alza gli occhi, vede l'orizzonte davanti a se e capisce che ce la può fare.
Adesso me ne attende un altro, forse più difficile.
Ma c'è tempo e non voglio pensarci ora.
Preferisco rilassarmi completamente e godermi questa sensazione di chi si è lasciato alle spalle un'ombra svelata, una paura sgonfiata.
Dedico questo clafoutis profumato di sole, di discese da gradini bianchi che emanano tutto il calore di un paese che non conosco e che vorrei conoscere, a chi ha affrontato un orco e l'ha ammansito con un sorriso, come me.
Indispensabile la feta.
E questo spiega la visione delle scalinate bianche.
E' un piatto categoria "salvatempo, salvacena, svuotafrigo".
Il che non è male.

Clafoutis alla feta, origano e pomodorini

In genere lo preparo nelle pirofiline individuali calcolando per persona: 1 uovo intero, 100 ml di panna (se non ho panna, uso latte ma il gusto è meno "pieno"), 1 cucchiaino di fecola.
Non avevo idea di quanto fosse buona la "vera" feta, che per la prima volta ho assaggiato perchè una mia cara Amica me ne ha rifornito direttamente dalla Grecia, nulla di lontanamente comparabile con quella che ho mangiato finora.
Per questo clafoutis ne sbriciolo un pò dentro una ciotola e la condisco con olio e origano.
Poi taglio dei pomodorini a metà e ne dispongo sei in ogni pirofilina con la metà tagliata sul fondo.
Frullo la panna (o il latte) con le uova e la fecola con il minipimer.
Distribuisco anche le briciolone di feta nelle pirofiline e poi ci verso sopra la crema di panna e uova lasciando che sporgano le sommità dei mezzi pomodorini.
Inforno nel forno già caldo a 180° per almeno una ventina di minuti, finchè la superficie del clafoutis sia dorata.
Si mangia tiepido.

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sabato 27 dicembre 2008

Voglia di lavorare saltami addosso: Quiche di speck e zucchine con parmesan crust

Ne avevo già parlato della "parmesan crust" che altri non è che una brisèe fatta con il parmigiano al posto di una parte di farina?
Boh, mi pare di no ma non sono molto affidabile specie dopo questo Natale rilassante e magicamente ovattato.
Forse troppo rilassante e troppo ovattato, ti abbandoni, ti lasci andare e poi il ritorno alla quotidianità è più lacerante.



E' un'ottima alternativa alla brisèe classica per quiche a base di verdure, non la vedo in accompagnamento al pesce.
La ricetta originale l'ho trovata su un sito in inglese con dosi in cup e tablespoon (ovviamente); traducendola, convertendo in grammi e provandola poi un paio di volte questa è la ricetta rielaborata che ne è venuta fuori.

Parmesan Crust
dosi per una teglia diametro 22
100 gr farina
90 gr burro
90 gr parmigiano
3 cucchiai di acqua fredda
1/4 cucchiaino sale
pepe o aromi a piacere (in questa ho messo timo)
Si mette tutto nel cutter e si fanno andare le lame finchè non si forma una pallottola, la si trasferisce sul piano di lavoro e la si lavora un poco con le mani (potrebbe non essere necessario se fosse già omogenea).
La si avvolge nella pellicola e si lascia riposare almeno mezzora in frigo.
Si stende molto bene, è elastica e morbida al punto giusto.

Quiche allo speck e zucchine
Una dose di parmesan crust e una tortiera diametro 22
100 gr speck a fettine
2 uova intere
100 ml di panna liquida fresca
1 zucchina piccola

Si stende la parmesan crust nella tortiera in uno strato non sottile (circa 1/2 cm)
La pasta rimanente la si rimette in frigo sennò ammorbidisce troppo.
Si bucherella il fondo con i rebbi di una forchetta.
Si sbattono leggermente le uova con la panna, non salare perchè lo speck è abbastanza saporito.
Intanto si taglia per il lungo la zucchine con la mandolina a fette sottili e le si mettono a insaporire spennellandole con poco olio, sale e timo (anche secco se non c'è quello fresco).
Sul fondo della tortiera si versa un pò del composto di uova e panna, si adagiano le fette di speck in modo che coprano tutto il fondo, poi si versa tutto il rimanente di uova e panna.
Infine le fettine di zucchina incrociandole a mò di grata.
Con l'avanzo di impasto si ritagliano delle forme e si mettono qui e là artisticamente (cioè NON come ho fatto io...) per decorare un pò il bordo.
Si spennella tutta la superficie con un poco di rosso d'uovo sbattuto con poco latte e si inforna a 180° per circa 20 minuti o finchè il sopra è dorato.
Buona fredda, ottima il giorno dopo.
Si presta benissimo anche alla congelazione, basta lasciarla ancora congelata per almeno 20, 25 minuti in forno a 180°.
Garantito.

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domenica 14 dicembre 2008

Un "deja-vu" rimaneggiato: Ravioloni alla ricotta con crema di barbabietola e semi di papavero



Tutto già visto, i ravioli alla ricotta, il rosso della barbabietola, i puntini neri dei semini di papavero.
Echi dolomitici, sapori invernali, nonostante la ricotta.
Eppure... il trucco c'è.
La sfoglia dei ravioli è senza uovo, fatti con l'impasto degli gnocchi sciuè sciuè di Nanninella di Coquinaria.
Mi piace molto il sapore rustico, la consistenza grossa eppure morbida di questo tipo di impasto.
Si presta bene a fare pasta ripiena, però la sfoglia va stesa a mano, niente macchinetta a rullo, l'ultima volta che ci ho provato ho poi passato una serata intera a pulire dall'appiccicaticcio rulli, tacche, manovella, piano di lavoro e me stessa.
Quindi, olio di gomito, giravolta di mattarello, farina a più non posso e relax all'ennesima potenza con la stesa della sfoglia.
Invidiabile.

Ravioloni alla ricotta con crema di barbabietole e semi di papavero

per circa 20 ravioli grandi (diametro circa 5 cm)

Impasto sciuè sciuè
200 gr farina 00
200 gr acqua

Ripieno
300 gr ricotta
3 cucchiaiate di parmigiano grattugiato

Crema di barbabietola
1 cipolla bianca media
3 barbabietole medie già lessate
olio extravergine

Condimento finale
burro fuso
semi di papavero

Si mette a scaldare l'acqua in una pentola abbastanza larga, quando inizia a bollire si toglie dal fuoco e si versa tutta la farina in un colpo solo mescolando perchè si amalgami all'acqua.
Una volta amalgamato il tutto, si versa sul piano di lavoro infarinato abbondantemente, e si inizia a impastare (attenzione che è caldo, man mano che si lavora, l'impasto si raffredderà) aggiungendo altra farina finchè non incolla più.
Quando l'impasto è omogeneo e non è più appiccicaticcio, allora si avvolge nella pellicola e si lascia riposare per una mezzora.
Nel frattempo in una ciotola si lavora la ricotta con una forchetta aggiungendo il parmigiano finchè diventa una crema.
Si riprende l'impasto e, infarinando spesso e abbondantemente il piano di lavoro con della semola di grano duro, si stende in una sfoglia sottile; attenzione che non si riuscirà a tirare sottile come la sfoglia all'uovo perchè questa tende a stracciarsi, ma, insomma, sottile finchè ci si riesce.
Si deposita su una metà della sfoglia a intervalli regolari un cucchiaino di impasto di ricotta (calcolare i margini del taglio), poi si ripiega la parte di sfoglia vuota e si preme leggermente con un piccolo coppapasta (diametro cm 2,5) il "tondo" di ripieno così da far uscire l'aria.
Poi si preme tutto intorno con la punta delle dita per attaccare i due strati di pasta, infine si taglia con un coppapasta (diametro cm.5,5) il raviolone mettendoli poi tutti ad asciugare distesi non sovrapposti su un vassoio ben spolverato di semola.
Si possono anche congelare.
Per la crema si taglia la cipolla a fettine sottili, un goccio d'olio in un tegame basso e largo e poi si aggiunge la barbabietola tagliata a cubettini.
Si fa cuocere a fuoco basso salando dopo un poco, mescolando ogni tanto e tenendo coperto finchè la cipolla e la barbabietola non si ammorbidiscono.
Si frulla con il minipimer.
Si cuociono i ravioloni in abbondante acqua salata bollente e con un goccio d'olio.
Sono cotti dopo due, tre minuti che sono affiorati dal fondo.
Si scolano bene, si mettono sopra il piatto con due, tre cucchiaiate di crema di barbabietola, si versa un pò di burro fuso e una spolveratina di semi di papavero.

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mercoledì 29 ottobre 2008

Paella paella delle mie brame.



Questa è quanto di più simile ad una paella alla valenciana che io sappia.
Detto da me che non ho mai messo piede in suolo iberico potrebbe suonare grottesco.
Ma mi sono informata, ho chiesto, letto, provato.
Ho tartassato tutti gli amici che potessero vantare conoscenze o parentele in qualche modo legate alla Spagna e a Valencia.
E sono arrivata a diverse conclusioni.
Che "paella" si può definire del riso a chicco lungo cotto con altri ingredienti in una padella speciale bassa e larga che può andare sia su fornello che in forno.
Che l'unità di misura per gli ingredienti è il mestolo, cioè con lo stesso mestolo si devono misurare sia la quantità di riso che quella di brodo.
Che fondamentale è il tempo di riposo dopo la cottura che andrebbe fatto coprendo la paellera con della carta di giornale.
Che non ci si deve far ingannare dalle apparenze: ciò che sembra riso in brodo in pochi minuti potrebbe diventare dell'ottimo riso sgranato e asciutto.
E così è nata questa paella.
Non ci sono fagiolini.
Non ci sono pezzetti di pollo.
Ma che paella alla valenciana è?
Paella di "marisco"....

Paella di "marisco"
per 4 persone

5 mestoli di riso basmati
1 kg cozze fresche
300 gr misto calamari tagliati a striscioline(anche i tentacoli)
400 gr code di gambero
1 peperone giallo tagliato a faldine piccine
10 pomodorini ciliegino tagliati a pezzetti
2 mestoli di pisellini anche surgelati e scongelati
1 cipolla bianca media
2 spicchi aglio
2 bustine zafferano in polvere
12 mestoli di brodo di pesce
prezzemolo (qui non l'ho messo perchè non l'avevo)

Si fanno aprire le cozze e si mettono da parte conservando anche il fondo della loro acqua.
Se ne lasciano una decina con la valva e le altre si sgusciano.
Si puliscono le code di gambero togliendo anche l'intestino.
Si versano 4,5 cucchiai di olio extravergine nella paellera (ma va bene una normale padella bassa e larga).
Si fanno rosolare le code di gambero e i calamari e poi si mettono da parte in un piatto.
Nello stesso olio si mette cipolla e aglio tritati finissimi e si fanno leggermente soffriggere, poi si aggiungono peperone piselli e pomodorini e si mescola per far rosolare il tutto.
Si aggiungono di nuovo i calamari, le code di gambero lasciandone una mezza dozzina da parte e le cozze sgusciate e si mescola per far insaporire.
A questo punto si aggiunge il riso mescolando come si fa per tostare per il risotto.
Dopo un paio di minuti si versa il brodo lentamente perchè non crei "buchi" nel riso, nell'ultimo mestolo si scioglie lo zafferano e si distribuisce uniformemente su tutta la paella.
A questo punto non si deve più mescolare il riso, basta solo disporre le cozze con il guscio e le code di gambero sopra a mò di decorazione e calcolare dieci minuti di cottura a fuoco medio e a padella scoperta.
Dopo i dieci minuti si spegne il fuoco, si copre con pellicola d'alluminio cercando di sigillare i bordi così da creare una sorta di coperchio ermetico.
Dopo 5,6 minuti la paella è pronta.
Spolverata di prezzemolo se piace.
A me piace anche tiepida.

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domenica 5 ottobre 2008

Attacco di virus e chiocciole di crepes al prosciutto e brie



Dopo tre giorni passati a fronteggiare un attacco di un virus vigliacco sul pc, finalmente siamo riusciti con la collaborazione dell'informatico di casa a debellare l'oscura presenza.
Per festeggiare degnamente l'avvenuta (si spera definitiva) guarigione, oltre ad un super-mega-potente-inattaccabile antivirus nuovo di zecca, ecco delle chioccioline (omaggio al più famoso simbolo internettiano) fatte con crepes farcite con prosciutto cotto e dadini di brie, un goccio di besciamella tanto per legare e una rapida gratinatura in forno.
La ricetta dell'impasto delle crepes è di Ventana di Coquinaria.
Io la trovo perfetta.

Impasto per crepes

per 7,8 crepes diametro 16 cm

100 gr farina
250 gr latte
2 uova intere
1 pizzico di sale
Frullare tutti gli ingredienti e lasciar riposare per circa 15 minuti in frigo.
Poi oliare (per le crepes salate) o imburrare (per le crepes dolci) il fondo di un padellino piccolo e scaldare a fuoco vivace.
Quando si scalda per bene, versarci dentro due, tre cucchiaiate di impasto e fare roteare un pò il padellino per distribuire meglio l'impasto su tutto il fondo.
Far cuocere a fuoco vivace ma non fortissimo ogni lato finchè colora.
Conservare o in frigo impilate avvolte nella pellicola (non più di un paio di giorni) oppure congelare o "nature" o già farcite.

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venerdì 19 settembre 2008

Je n'oublie pas Paris 4: Blinis de courgettes et menthe

Fa più chic dire courgettes o zucchine?
Mah...


Non li ho assaggiati a Parigi bensì trovati su un blog francese,
questo.
Di diritto mi pare che possano appartenere comunque alla schiera dei miei ricordi parigini.

Ho sostituito l'erba cipollina con la menta e con questa dose ne sono venuti 26 (diametro 6,7 cm).
Dopo cotti li ho sovrapposti a strati alternati con pancetta arrotolata e scaldati un secondo al forno a microonde.

Blinis alle zucchine e menta

Ingredienti
3 zucchine medie
aglio
3 uova intere
150 gr farina
200 ml latte
qualche foglia di menta
sale e pepe

Grattugiare le zucchine e pressarle per fare uscire l'acqua.
Setacciare la farina e mescolarla alle uova e al latte, prima sbattendo leggermente le uova col latte e poi aggiungendo la farina.
Aggiungere anche le zucchine grattugiate, l'aglio tritato fino e la menta spezzettata non troppo grossa.
Salare e pepare.
Col pennello spennellare d'olio la padella e scaldarla.
Quando è calda, versare in ciascun comparto (se si ha la fortuna di avere l'apposita padellina a scomparti sennò bisogna andare a occhio e fare i tondotti "a mano") un cucchiaio di composto e fare cuocere almeno un paio di minuti per lato, deve diventare bello colorato.
Buoni anche tiepidi.
Si possono congelare.

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domenica 14 settembre 2008

Sformatini di spinaci e scamorza affumicata



Altra ricetta difficilissima... ma davvero..

Sformatini di spinaci e scamorza affumicata

750 gr di spinaci
250 gr scamorza affumicata
2 uova
4 cucchiai di panna fresca
2 cucchiai di parmigiano
sale pepe

Si lessano gli spinaci (io li faccio nella pentola a pressione col cestello, facile e veloce) e si strizzano molto bene per fa uscire tutta l'acqua.
Si frullano le uova con la panna e poi si aggiungono gli spinaci e la scamorza tagliata a tocchetti e si continua a frullare finchè diventa una bella purea (di consistenza un pò sostenuta, non liquida) di colore verde.
Si versa negli stampini (questi sono di silicone) monoporzione oppure in uno stampo da plumcake già oliato per bene.
Si inforna a 180° per circa 40 minuti (o poco più, dipende dal forno).
Si sformano tiepidi.
Se piace il gusto forte del formaggio, si possono "glassare" con una salsa al parmigiano, facendo sciogliere del parmigiano con poca panna (o latte) in un pentolino mescolando perchè non attacchi finchè il parmigiano non è sciolto.
Si fa intiepidire e poi si versa sugli sformatini.
Si possono usare anche altre verdure e eliminare la scamorza.

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lunedì 8 settembre 2008

Je n'oublie pas Paris 1: Omelette au chevre et tomates



Io ero convinta di saper fare le omelette.
Prima di provare quelle vere, le famose omelette "baveuse" dove l'uovo all'interno è praticamente lasciato molliccio e non molto cotto.
Beh, detto così fa un pò impressione eppure a mangiarle ogni diffidenza passa.
Intanto ho scoperto che, al contrario delle frittate nostrane che vogliono fiamma forte, le omelette necessitano di fuoco medio per non dire deboluccio affinchè non si formi troppa crosticina nella parte a contatto con la padella.
Le uova non devono essere sbattute molto (e questo vale anche per le frittate) e a parte un pizzico di sale non va aggiunto nulla.
Si parte da un minimo di tre uova ad un massimo di otto, al di là di questi limiti pare che le omelette non riescano bene.
Mah, io ho provato con due uova e un padellino piccino, anche perchè tre uova a cranio mi sembravano alquanto eccessive.
Comunque si versano sopra un filo d'olio già caldo le uova leggermente sbattute e si lascia cuocere adagio per qualche minuto.
Quando il sotto si sta rapprendendo ma il sopra è ancora molliccio ("baveuse" appunto), si leva dal fuoco, si farcisce con pezzettini di chevre e fettine di pomodorini fatti precedentemente insaporire con timo e si piega con una palettina una metà sull'altra.
E poi sul piatto.
E poi nelle ganasce.

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domenica 10 agosto 2008

Involtini di zucchine al tonno e alici


La ricetta è di Fragole&Nespole di Cookaround, la trovate qui
Ha ragione a chiamarli "esplosivi", sono una bontà.
E poi sono perfetti per un buffet...
Io ve li consiglio caldamente.
Devo sperimentare la versione "vegetariana".

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sabato 9 agosto 2008

Cous Cous con pesto e pomodorini

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martedì 15 luglio 2008

Un piatto molto, molto tropical....

Insalata di code di gambero, avocado, valeriana, pompelmo rosa....
...e non dimentichiamo il lime...
Insomma, di tutto di più...


Altro piatto salvaserata.
Però è fresco, dal gusto particolare.
Molto sfizioso.

Insalata di code di gambero e avocado
Dosi per tre persone
una trentina di code di gambero
2 lime
1 avocado
valeriana
2 cipollotti
olio extravergine oliva
succo di limone
1 pompelmo rosa

Si taglia mezzo lime a fettine sottili e si fanno rosolare in poco olio in una padella larga.
Si aggiungono le code di gambero e si fanno rosolare insieme alle fettine di lime, poco tempo sennò i gamberi diventano troppo duri.
Si aggiunge un poco di succo del mezzo lime e si fa sfumare.
Spegnere e mettere da parte.
Si taglia l'avocado a dadini dopo averlo sbucciato e si mettono i dadini in una ciotolina con un pò di succo di lime spremuto (se si tiene nella ciotola anche il nocciolo, i dadini non anneriranno, non chiedetemi perchè, non lo so eppure funziona).
Si pela a vivo e poi a spicchietti il pompelmo.
Si condisce la valeriana con una citronette leggera.
Si uniscono i cipollotti tagliati a rondelle poi le code di gambero, gli spicchietti di pompelmo e, se si vuole, anche qualche gheriglio di noce spezzettato.
Tutto qui.

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sabato 12 luglio 2008

Millefoglie di verdure in tegame

Poco tempo.
Poca voglia di cucinare.
Fa caldo di quell'afa che ti avvolge e ti soffoca.
Pietanze veloci, superveloci.


Questa è fantastica.
E' diventata da un paio di estati il mio piatto salvacena.
Comoda perchè si fa in una decina di minuti.
Comoda perchè non si deve cucinare in forno.
E' una ricetta di Adriana di Coquinaria.

Millefoglie di verdure

(attenzione, ricetta difficilissima, prestare la massima cautela nel seguire le indicazioni....)

In un tegame con il coperchio, con un goccio d'olio sul fondo, disporre uno strato di cipolle bianche (io spesso uso le patate) tagliate molto sottili, poi un filo d'olio e sale, uno strato di zucchina sempre tagliata molto sottile, ancora olio, sale, uno strato di fette di pomodoro rosso, per finire con uno strato di fette di scamorza affumicata.
Cuocere a fuoco basso col coperchio per circa una mezzoretta.
Poi spegnere e far intiepidire.

Nel frattempo farsi una bella doccia rinfrescante e iniziare a pregustare la cenetta....

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mercoledì 9 luglio 2008

Barbotla con zucchine e acciughe


Zucchine dell'orto (grazie Gab...), farina, olio, acqua tiepida e acciughe (che non avevo ed ho usato la pasta d'acciughe)..
Si fa in cinque minuti.
Si mangia in tre secondi.
La ricetta di Lalage su Coquinaria prevederebbe i fiori di zucca ma avevo solo zucchine, buone, dolcissime, quindi...
Non ho mai mangiato l'originale quindi non posso dire se la mia è venuta bene, però è buona.

Barbotla con zucchine e acciughe

purtroppo si va ad occhio....
zucchine
farina
olio
sale
acqua tiepida
acciughe

Si tagliano le zucchine a rondelle.
In una ciotola si mescola la farina con olio e acqua finchè non diventa una pastella morbida (non troppo liquida).
Si aggiungono le zucchine e si stende il tutto in una teglia (spessore 1 cm circa) aggiungendo qui e là dei pezzetti di acciuga.
Poi si inforna a forno già caldo (200°) finchè il bordo diventa croccantino, circa una mezzora di cottura.
Buona calda, buonissima tiepida, eccezionale fredda.

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lunedì 2 giugno 2008

Millefoglie di carasau alle zucchine, scamorza e pomodorini



Piatto super estivo e super veloce...
Non serve molto, solo poca ma poca poca pazienza, due ciotoline e del pane carasau, ovviamente.
Va preparato all'ultimo minuto ma c'è di buono che si mangia tiepido, quindi si mette in forno giusto il tempo di far sciogliere il formaggio e amalgamare i sapori, si sforna, si lascia riposare ed è pronto.
Anche questo è tratto dal libro di Viviana Lapertosa.

Millefoglie di carasau alle zucchine scamorza e pomodori

Pane carasau
pomodori rossi e sugosi
zucchine piccole
scamorza
provolone a lamelle (se piace)
basilico
origano

Si grattugiano le zucchine con una grattugia a fori larghi e si condiscono con basilico, sale, una spolverata di pepe e olio.
Si tagliano i pomodori a pezzetti e si condiscono con olio, sale e origano.
Si lascia riposare e insaporire per un pò, almeno mezzora.
In una teglia che possa andare in forno, si mette un goccio d'olio, poi uno strato di pane carasau (senza bagnarlo se si vuole più croccante, sennò passandolo da un solo lato velocemente sotto l'acqua per averlo più morbido. Io preferisco più croccante quindi non lo bagno.
Poi si cosparge il pane carasau con i pomodorini, le zucchine, la scamorza tritata, le scaglie di provolone, un giro d'olio.
Poi ancora carasau, pomodorini, zucchine etc etc, fino a terminare con le verdure.
In forno subito per dieci minuti a 180, 200° e poi si fa intiepidire.

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giovedì 8 maggio 2008

Fricassea di verdure

Che non è una fricassea.
Forse un fricandò.
Forse una ratatouille.
Forse solo verdure al forno.


Io l'ho sempre chiamata così, però, e i miei neuroncini non accettano modifiche, conservatori quali sono.
Farla è semplicissimo, solo due accortezze: prepararla il giorno prima e non conservarla in frigo.
Io la vedo molto molto bene su una tavola d'estate, al mare, quando il tempo per cucinare è sempre poco e il mangiare quasi superfluo.

Fricassea di verdure

per una teglia grande:
due zucchine
una melanzana grande o due piccole
due peperoni gialli
una manciata di pomodorini rossi
due cipolle rosse
due patate piccole
sale
pepe
pangrattato
olio d'oliva
Si tagliano tutte le verdure a tocchetti non troppo grandi oppure a rondelle.
Si mettono nella teglia e si mescolano (anche con le mani, è più comodo) dopo averle abbondamente spolverate di pangrattato e un paio di giri d'olio, più sale e un pizzico di pepe.
Ancora pangrattato, olio, sale e pepe e ancora rimescolata.
L'olio non deve essere troppo, giusto un giro.
Vanno messe in forno a 180°, sul ripiano non troppo alto, e lasciate lì per un bel pò, almeno un'oretta.
Dopo circa mezz'ora, tirarle fuori, cospargerle di pangrattato, pochissimo olio e rimescolare e rimetterle al forno finchè non si sono cotte tutte uniformemente e si è formata una sorta di crosticina-gratinatura sopra.
Si tirano fuori dal forno e si fanno freddare.
E, come dicevo prima, si mangiano il giorno dopo.
Piatto unico.

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