sabato 31 maggio 2008

Cappuccino salato alle acciughe


La ricetta è tratta dal libro "Finger Food" di Viviana Lapertosa, modificata però rispetto a quella originale dopo averla provata.
Seguendo scrupolosamente le indicazioni della Lapertosa, ho ammollato il pane con l'aceto, l'ho frullato con acciughe sott'olio scolate, ammorbidito con olio e un poco di panna della stracciatella (che è poi nient'altro che la parte interna della burrata).
Sapore troppo, troppo forte.
A me l'aceto piace ma così era assolutamente troppo.
Ho pensato ad una base che si sposasse meglio con l'acciuga e il sapore burroso e pieno della stracciatella.
E ho trovato questa soluzione.

Cappuccino salato all'acciuga

per 4 tazzine
1 patata media
latte q.b.
6 acciughe sott'olio scolate
aceto
stracciatella (o, se si preferisce una versione light, del cottage cheese, come nella foto)nocciole tritate grossolanamente e tostate
Si taglia la patata a tocchetti piccoli e si mette a cuocere in un tegamino coperta con latte.
Dovrebbe essere cotta quando il latte si è assorbito quasi completamente.
Si frullano i dadini di patata con un poco di panna e le acciughe, aggiustando di aceto (si deve sentire ma non prevalere).
Si mette nelle tazzine (o bicchierini) per due dita e si conserva in frigo fino al momento di servirla, allora si completa con abbondante stracciatella e la granella di nocciole.
P.S. se si usa il cottage cheese attenzione che il sapore richiama solo lontamente la bontà della stracciatella.....

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venerdì 30 maggio 2008

Sfogliata ai pomodorini e origano

Ci sono delle volte in cui si sente il bisogno di sapori essenziali, semplici, di quelli che ti accompagnano negli anni e che ogni tanto riscopri sorprendendoti ogni volta nel gustarli.



Questo è uno di "quei" sapori.

Sfogliata ai pomodorini e origano

Pasta per pizza
pomodorini
aglio
origano
sale
Si tagliano i pomodori a fettine e si mettono a insaporire con un pò d'olio, l'aglio tagliato a fettine sottilissime (io ho usato aglio in polvere), l'origano e sale.
Si stende la pasta per la pizza sottilissima (ma sottile sottile quasi trasparente), un pò con le dita, un pò col mattarello, in una teglia leggermente unta d'olio.
Poi si spennella con olio, si distribuiscono dappertutto le fettine di pomodoro, un giro d'olio, ancora origano e sale e via, in forno a 200° per circa 10,12 minuti.
E' ottima sia tiepida che fredda.

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giovedì 29 maggio 2008

Torta alla ganache fondente

Che si fa con 400 gr di ganache al cioccolato fondente che dopo ore e ore rimane liquida e non ti consente di fare dei meravigliosi tartufini....?
Ci si fa una torta.


Tale era la rabbia per la ganache che non solidificava che ho deciso di non consultare ricette, libri o altro.
Sono andata a tentativi, ragionandoci su ma senza troppa speranza di farne uscire qualcosa di buono.
Invece....

Torta alla ganache fondente
3 uova
3 cucchiai rasi di zucchero
200 gr cioccolato fondente al 70%
200 gr panna liquida fresca
3 cucchiai di farina autolievitante
due manciate di briciole di biscotti
1 tazzina di caffè
Prima si deve preparare la ganache (se la si fa apposta, sicuramente solidificherà in un istante, la fetentona...) scaldando la panna fino al bollore, versarla sulla cioccolata fondente a pezzetti, lasciar riposare un paio di minuti e poi iniziare a mescolare con un cuccchiaio di legno finchè la cioccolata sia sciolta e amalgamata con la panna.
Dividere i rossi dagli albumi e montare questi a neve ferma.
Poi sbattere i rossi con lo zucchero.
Aggiungere la tazzina di caffè e mescolare.
Poi la farina autolievitante e amalgamare il tutto.
In ultimo aggiungere gli albumi al tutto senza smontarli.
Foderare una teglia di circa 22 cm di diametro con carta forno bagnata e strizzata per bene.
Versarci un pò dell'impasto e poi le due manciate di biscotti sbriciolati e poi ancora il resto dell'impasto di cioccolato.
In forno a 200° per 30 minuti.
Far raffreddare completamente prima di sformare.
E' ottima con un goccio di panna liquida semimontata versata sopra.

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mercoledì 28 maggio 2008

Naan bread all'italiana

Cucina fusion?
Mah...


Farcire un naan con la pancetta ha un che di blasfemo....
Ma dovevo provare a farli.
E la prossima volta li farcisco con delle verdure allo yoghurt profumate alla menta.
Oppure con pomodorini confit e formaggio morbido.
La ricetta me l'ha fatta conoscere Barbara di Coquinaria.

Naan Bread
400 gr di farina 0
1 bustina di lievito disidratato
2 cucchiai d'olio
1 vasetto di yogurth bianco magro
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di miele
120 gr d'acqua

Ho impastato brevemente, formato delle palline e lasciate lievitare 10 minuti sotto ad un canovaccio, il tempo di portare il forno a 210°.
Ho infarinato le palline e le ho schiacciate con le punte delle dita, poi le ho tirate per allungarle.
Ho appoggiato il pane sulla griglia ( e questa per me e' una novità, visto che ho sempre usato la teglia ) e l'ho infilata in forno nella parte piu' alta, a pochi cm dalla resistenza.
Cottura 9 minuti a forno ventilato.


Io aggiungo che avevo provato a farli nel forno (a gas) e non erano venuti gonfi per nulla.
Allora ho provato nel mitico fornetto con la pietra refrattaria e ha funzionato.
A proposito, quelli della foto sono piccolissimi, solo 10 gr, e credo proprio possano rientrare di diritto nella categoria "Bocconcini".

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lunedì 26 maggio 2008

Una ola per il meme......

E un tralcio piccino di gelsomino, appena colto dalla siepe in giardino...


Un omaggio piccolo piccolo per chi mi ha regalato un meme o premio, non ho capito bene la differenza ma che io accetto con gioia comunque.
Ho ricevuto da Monique e da Barbara questo

Free Image Hosting at www.ImageShack.us


Qui trovate le regole che riporto anche qui di seguito.

1. bisogna inserire il banner

2. bisogna linkare il blog che ti ha dato il meme

3. bisogna linkare altri 6 blog (cifra flessibile) che meritano un premio e, se possibile, spiegare il perché. un blog può ricevere il premio innumerevoli volte!

4. chi riceverà il meme potrà mettere il banner con la coppa in homepage sul lato in modo da far vedere il premio ricevuto a tutti i visitatori!

E a mia volta vorrei girare questo meme a tutti i blogger che mi fanno compagnia..

Si, si, lo so che è previsto un numero massimo ma come si fa a scegliere?..

Rispetto le regole e ne nomino solo 6 ma mi piange il cuore dover scegliere, davvero..
Giovanna perchè mi piace la sua ironia e solarità (minipimer permettendo..)
Francesca perchè presenta dei piatti genuini e raffinati al tempo stesso
Pinella perchè è la Fatina dei dolci
Spilucchina perchè mi divertono i loro resoconti
Ciboulette perchè anche di lei mi piacciono e divertono i racconti
Claudia perchè mi ispira simpatia, è romana come me e fa delle torte simpaticissime.

Ecco, io vorrei invitare al meme tante altre amiche...
Percui...consideratevi tutte comunque invitate!!!...

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Focaccine al gorgonzola e radicchio

Secondo me Maria Antonietta, quando disse "Il popolo ha fame? Dategli delle brioche..." intendeva dire "Dategli delle focaccine"....


Sono troppo buone.
Un'unica accortezza, secondo me: vanno mangiate appena sfornate.
L'impasto è della Challah di Amarillina che per me, ormai, è diventato un must per gli impasti sia dolci che salati.

Focaccine al gorgonzola e radicchio
per l'impasto
500 gr farina 00
20 gr lievito di birra
38 gr olio extravergine
30 gr zucchero
2 uova intere
1 cucchiaino di sale
acqua q.b. per impastare (circa 200 ml)
Si impastano tutti gli ingredienti e si fa lievitare per un'ora circa.
Dopo che ha lievitato, si stende l'impasto in una sfoglia non molto sottile e si ritagliano con il coppa pasta (o quello che si preferisce) dei tondi della misura che si vuole.
Quelli della foto sono piccoli, diametro 4 cm.
Si fanno lievitare un poco, circa dieci minuti, giusto il tempo di tagliare tutta la pasta a tondotti e reimpastare i ritagli e metterli a rilievitare per poterla stendere di nuovo.
Il trucco per fare le focaccine tonde (altrimenti a me verrebbero oblunghe) è mettere i tondi sul fondo degli stampi da muffin, stenderli un poco con la punta delle dita, metterci sopra un tocchetto di gorgonzola e un pò di radicchio rosso stufato con un goccio d'olio a fuoco dolce.
In forno per 10 minuti.
Si possono congelare basta poi passarle al forno per una decina di minuti e mangiarle subito.

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domenica 25 maggio 2008

Miniquiche alla feta, porri limone e origano

Categoria, oviamente, "bocconcini", inutile dirlo..
Sono piccoline ma saporite.


Non uso molto sale quando cucino perchè mi sembra che copra il gusto degli ingredienti.
In queste miniquiche poi, il sapore del porro si sposa perfettamente con quello della feta. Il limone e l'origano aggiungono un tocco fresco, estivo direi.

Miniquiche alla feta, porri, limone e origano

Pasta brisè (200 gr farina, 100 gr burro, un paio di cucchiai d'acqua fredda per legare l'impasto)
feta
anelli di porro
scorza di limone grattugiata
origano
panna fresca liquida
uovo inntero

Si prepara la brisè e la si fa riposare in frigo per un bel pò, anche una notte intera, non le fa altro che bene....
Si stende in una sfoglia alta meno di mezzo cemtimetro, si foderano gli stampini precedentemente spennellati con olio.
Questi sono piccoli, il diametro non supera i 4 cm.
Si adagiano all'interno della miniquiche gli anelli di porro crudi.
Poi si sbatte un uovo intero con due, tre cucchiai di panna liquida fresca e ci si grattugia la scorza di limone.
Si versa un cucchiaino circa di questo liquido nelle miniquiche, non deve coprire il porro.
Poi un tocchettini di feta, poi la spolverata di origano.
In forno a 200° per circa 15 minuti.
Si mangiano tiepidi o freddi.

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giovedì 22 maggio 2008

A tutto tondo.... i Minibagel

La diatriba è: nell'acqua per bollirli ci va lo zucchero o no? meglio la corrente di pensiero americana o canadese? Uova o no nell'impasto?..
Ma io non sono mai stata negli Stati Uniti e non li ho mai assaggiati quindi non posso esprimere giudizi.
Però provare a farli, si.
E adattarli alla versione "bocconcino", piccoli, giusto un boccone e via.


La ricetta e la “tecnica” è un misto tra quelle che ho trovato sui siti italiani e esteri, tutte comunque più o meno simili.

BAGEL
300g farina 00
100 gr manitoba
15g lievito di birra
250ml latte
50g burro
30g zucchero
1/2 cucchiaino sale
1 uovo intero (l'albume è per l'impasto, il rosso per la doratura)
Si scalda il latte in un pentolino, si unisce burro e zucchero e si mescola finchè lo zucchero e il burro non sono sciolti.
Si lascia intiepidire e quando non scotta più, si unisce il lievito mescolando ogni tanto per scioglierlo.
Nell’impastatrice mettere le farine setacciate, l'albume e il composto di latte-burro-lievito-zucchero e impastare per un bel po’ finchè l’impasto è omogeneo e si “arrotola” sul gancio.
Per far la prova se l’impasto è della consistenza giusta, raccoglierlo con le mani dal fondo della ciotola, se si raccoglie bene è pronto, se rimane troppo molliccio e non fa la “palla” allora aggiungere un cucchiaio di farina e far reimpastare per un pochino.
Lasciare lievitare in luogo caldo e riparato per un’ora.
Poi dividerlo in tante palline (io le peso, queste erano circa 10, 12 gr l’una) e fare un bel buchino al centro (mi sono aiutata col manico di un mestolo di legno) allargandolo un po’ con le dita perché rimanga forato anche durante la lievitazione e la successiva cottura.
Lasciare lievitare le ciambelline su un piano infarinato coperte per circa 10 minuti.
Nel frattempo mettere sul fuoco una pentola bassa e larga riempita per due terzi d’acqua e due cucchiai di zucchero e portare l’acqua in ebollizione.
Appena bolle, metterci le ciambelline un po’ per volta (non troppe insieme perché gonfiano in cottura) aiutandosi con la schiumarola e lasciarcele per circa un minuto per lato, attenzione a girarle perché son delicatine.
Poi metterle su un foglio di carta da cucina a scolare, poi sulla teglia (foderata di carta forno) e spennellarle di rosso d’uovo sbattuto con un po’ di latte, una spolveratina di semi di papavero (o sesamo o niente) e infornare a 200° per circa 20 minuti o poco più (devono dorarsi sopra).
Quando sono freddi (lasciarli intiepidire fuori dal forno sennò rammolliscono) si tagliano a metà e si congelano così già tagliati, all’occorrenza si passano dieci minuti in forno e si farciscono.

Gli amici che mi hanno fatto da cavia li hanno trovati proprio sfiziosi...ma neanche loro sono stati mai in America....

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mercoledì 21 maggio 2008

Adorabili Brownies.....

A me piacciono così, semplici, solo con una spolverata di cacao amaro sopra.


Questa ricetta è presa dal sito www.joyofbaking.com ed è la prima che mi piace veramente, anche se, come al solito, ho apportato qualche modifica nella dose di zucchero, riducendola di un bel pò.
E che ci posso fare, a me piace sentire molto accentuato il gusto del cioccolato fondente....

Brownies al cioccolato fondente

340 gr cioccolato fondente al 70%
110 gr burro tagliato a pezzetti
3 uova
150 gr zucchero
100 gr farina
1 cucchiaino estratto di vaniglia
1 cucchiaino lievito per dolci
un pizzico di sale

Far sciogliere a bagnomaria (N.d.R.: o nel microonde che è più semplice e non ci si stressa...) il cioccolato e il burro e far intiepidire.
In una ciotola abbastanza larga sbattere le uova intere con lo zucchero, non devono montare solo essere ben amalgamate.
Poi versarvi il composto di burro e cioccolato, l'estratto di vaniglia e mescolare bene il tutto.
In un'altra ciotola, setacciare la farina con il lievito e il pizzico di sale e aggiungerla all'altro impasto col cioccolato.
Risulterà bella morbida, ma è giusto così.
Preriscaldare il forno a 180°, e versare l'impasto in una teglia 20x30 imburrata e col fondo ricoperto di carta forno.
Infornare per 40, 50 minuti ma bisogna tenersi ad un tempo di cottura abbastanza basso più vicino ai 40 che ai 50 minuti altrimenti l'interno dei brownies non rimarrà morbido (che è la cosa più sfiziosa, bisogna ammetterlo).
la superficie si creperà tutta ma è giusto così.
Sfornare e attendere che sia completamente freddo prima di sformare e tagliare.
Buoni anche fatti qualche giorno prima e conservati in scatole di latta a tenuta ermetica.

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lunedì 19 maggio 2008

Blinis bianchi al salmone formaggio e songino


Un'idea ottima per un buffet.
Io sono appassionata di bocconcini, facili da mangiare, un pò più elaborati da preparare, ma se si crea una catena di montaggio, farne dieci o cinquanta è la stessa cosa.
Davvero.
Da Sigrid ho letto la ricetta, eccola.
Non sono fatti con farina di grano saraceno come nella tradizione più classica ma la prossima volta voglio provarla, giusto per scoprire se, come spero, quella farina dia un gusto più armoniosamente rustico al tutto.

Blinis bianchi
farina 100g
lievito fresco 15g
latte 2dl
uovo 1
sale 1 cucchiaino
pepe nero macinato mezzo cucchiaino

Setacciare la farina a mescolarla con il sale e il pepe. Far intiepidire il latte e far sciogliere il lievito sbricciolato in 4 cucchiai di latte, poi aggiungere il resto. Aggiungere il tuorlo alla farina (tenere da parte l’albume), mescolare, e aggiungere a filo il latte col lievito. Mescolare fino a ottenere un composto liscio. Coprire con della pellicola e lasciar lievitare per un’ora. Sbattere l’albume a neve e incorporarlo alla pastella lievitata. Scaldare una padella a fondo spesso e farci sciogliere una punta di burro. Versare due cucchiai di pastella e cuocere fino a quando il lato in su diventi secco, poi girare e cuocere per un minuto. Procedere nello stesso modo fino a esaurimento della pastella.


Io li ho fatti molto piccoli, diametro di quattro centimetri, poco più poco meno.
Ho visto in rete una padella speciale per cucinarli, con tanti scomparti tondi.
Oppure l'ideale sarebbe avere una padellina del diametro della misura del blinis che si vuole fare.
Ma non avendo una padellina così piccola ho usato una padellona grande e ne ho cotti quattro, cinque per volta, e senza fare troppa fatica perchè i tondotti si mantengono abbastanza in forma senza debordare poichè l'impasto non è eccessivamente liquido.
E poi gonfia in cottura.
Si possono congelare, possibilmente stesi su un vassoio così da mantenere la forma piatta e poi in un sacchetto o contenitore. Si scongelano a temperatura ambiente e gli si da una ripassatina in forno giusto per far riprender loro fragranza.
Sono eccezionali con panna acida, salmone e aneto ma anche la versione della foto non è male con semplice formaggio spalmabile e songino.

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giovedì 15 maggio 2008

Posso offrirvi un caffè?


Dedicato a tutti i visitatori di questo blog...

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mercoledì 14 maggio 2008

Grazie!!!!

Sono nuova al mondo dei blogger.
Come blogger a mia volta, intendo.
Come lettrice di blog, invece, una certa frequentazione assidua la posso vantare.
E ogni volta sono rimasta incantata dalla fantasia di certe ricette e altrettanto dalla semplicità di altre, rapita dalle foto, soggiogata dalle parole dei racconti che si inseguono l'uno dopo l'altro come i nodi di una cima legata sulla banchina, eterni e mutabili al tempo stesso.
Adesso che mi sono avventurata nel backstage di questa comunità così vasta, il mio approccio non è cambiato.
Ho avuto il piacere di ricevere la visita di blogger che fanno parte da molto tempo dei miei "bookmark", di ricevere i saluti di amiche che blogger non sono ma sono lettrici attente, ed ho avuto la sorpresa di ricevere anche due premi.
Non so bene come funziona il sistema dei premi ma, nell'attesa di studiarmi per bene i regolamenti, non posso fare a meno innanzitutto di ringraziare Maria Giovanna per questo premio



Maria Giovanna non la conosco personalmente ma le sue parole e le sue ricette si, da tempo. E conoscere qualcuno attraverso la passione della cucina non è poco. Noi siamo le nostre passioni. Lei è una giovane donna in gamba. Mi piace. Lei lo sa.

Poi devo dire grazie a Giovanna, lei non lo sa ma quando ho scoperto il loro blog, la consultazione è praticamente giornaliera... senza mai osare di lasciare un commento per soggezione...

E sorpresa di stasera, anche Monique mi ha dedicato lo stesso premio e la cosa mi fa un piacere immenso perchè anche il suo blog mi piace molto.



Adesso credo che tocchi a me dedicare un premio ad altri blogger.
Mi prendo un poco di tempo, ci sono molti blog belli, già scegliere mi sembra di fare un torto a tutti gli esclusi....
Grazie ancora a chi mi ha premiato.
Ne sono veramente contenta.
Lo dico dal cuore e col cuore.

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Zucchine tonnate, ovvero come nasce un'idea....


Gironzolando di qui e di là su siti di foto di cibo, mi aveva colpito la foto di "qualcosa" simile a queste qui.
Mi è piaciuta la forma, il colore, ho iniziato a pensare cosa fossero e come potessero essere fatte.
Non c'era la ricetta.
Quindi bisognava proprio viaggiare di fantasia e sapore.
Ho dedotto che fossero tronchetti di zucchina, più che altro per il colore e la forma, però avrebbe potuto trattarsi di cetrioli ma l'idea non mi ha sfiorato, io pensavo ostinatamente alle zucchine.
Poi mi son detta che dovevano essere per forza cotte leggermente al vapore, dopo averle tagliate e praticato il foro al centro con un piccolo scavino per non far perder loro la forma dopo scottate.
E fin qui...nessun problema.
Lavorando ancora di fantasia, ho pensato che quella cremina potesse essere la stessa (però un tantinello più ricca di tonno) che si fa per il vitello tonnato, tonno in scatola e maionese frullati insieme.
Si, decisamente, poteva essere quella.
Nella foto che avevo visto mi sembrava di avere notato una passata di gelatina sopra la farcitura, ma non ho osato tanto.
E poi non amo molto le cose "gelatinate", fanno tanto tartina da buffet....
Così ho messo un bel cappero di Pantelleria.
Il sapore è intrigante, io l'ho trovato particolarmente sfizioso.
Secondo me stanno benissimo anche con una farcitura di mousse di prosciutto.

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venerdì 9 maggio 2008

Muffin alla feta, olive nere e pomodorini secchi



Fatti nelle formine piccine da muffin sono stuzzichini buoni per ogni ora.
La ricetta originaria è di un plum cake salato de LaStefi di Coquinaria, a cui io ho aggiunto la feta e fatto negli stampini monoporzione piuttosto che nello stampo rettangolare classico da plum cake.

Muffin alla feta, olive nere e pomodorini secchi

150 gr farina
3 uova
100 gr olio extravergine d'oliva
125 gr latte tiepido
1 bustina di lievito per torte salate
30 gr parmigiano
70 gr feta
una decina di olive nere
6, 7 pomodorini secchi

Mettere tutti gli ingredienti nel mixer e fare frullare finchè il composto non sia amalgamato.
Poi versare negli stampini riempiendo fin quasi all'orlo e cuocere in forno a 180° per circa venti minuti.

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Crema di melanzane iraniana - Mirza Ghazemi

Me l'ha fatta assaggiare la mia amica Susanna.
Merita, veramente.
A cucchiaiate, spalmata sui crostini, con del riso pilaf oppure come condimento ad un semplice, italianissimo piatto di pasta.
Cucina fusion.


La ricetta è semplice e, una volta, fatta, si conserva per giorni in un barattolo chiuso in frigo.
Riporto le testuali parole della fantastica persona che me l'ha fatta conoscere (è fantastica a prescindere dall'avermi fatta assaggiare questa crema) per la ricetta.

Crema di melanzane iraniana - Mirza Ghazemi

6/7 melanzane grandi
Aglio
Olio extravergine d'oliva abbondante
Salsa di pomodori
Curcuma (o zafferano)

Si arrostiscono le melanzane direttamente sulla fiamma e poi si sbucciano e si mettono su un tagliere di legno inclinato a perdere l’acqua.
Si trita molto fine l’aglio (1 spicchio per ogni melanzana) e si fa rosolare in una padella con i bordi alti insieme ad olio abbondante ,pezzetti di peperoncino e 1 cucchiaino scarso di zarciubè (curcuma), si aggiungono le melanzane intere e si frantumano sul fuoco con un pesto di legno, quindi si aggiunge un po’ meno di un vasetto di pomodoro a pezzi (non acquoso) e il sale e si fa cuocere a lungo mescolando spesso con lo stesso pesto di legno. Quando il composto ha perso tutta l’acqua e comincia ad attaccarsi alla padella è pronto. Si versa in una pirofila e si decora in centro con una rosa di pomodoro (per chi la sa fare!!)


Ecco io la rosa di pomodoro non la so fare ma la crema è buona lo stesso!

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giovedì 8 maggio 2008

Fricassea di verdure

Che non è una fricassea.
Forse un fricandò.
Forse una ratatouille.
Forse solo verdure al forno.


Io l'ho sempre chiamata così, però, e i miei neuroncini non accettano modifiche, conservatori quali sono.
Farla è semplicissimo, solo due accortezze: prepararla il giorno prima e non conservarla in frigo.
Io la vedo molto molto bene su una tavola d'estate, al mare, quando il tempo per cucinare è sempre poco e il mangiare quasi superfluo.

Fricassea di verdure

per una teglia grande:
due zucchine
una melanzana grande o due piccole
due peperoni gialli
una manciata di pomodorini rossi
due cipolle rosse
due patate piccole
sale
pepe
pangrattato
olio d'oliva
Si tagliano tutte le verdure a tocchetti non troppo grandi oppure a rondelle.
Si mettono nella teglia e si mescolano (anche con le mani, è più comodo) dopo averle abbondamente spolverate di pangrattato e un paio di giri d'olio, più sale e un pizzico di pepe.
Ancora pangrattato, olio, sale e pepe e ancora rimescolata.
L'olio non deve essere troppo, giusto un giro.
Vanno messe in forno a 180°, sul ripiano non troppo alto, e lasciate lì per un bel pò, almeno un'oretta.
Dopo circa mezz'ora, tirarle fuori, cospargerle di pangrattato, pochissimo olio e rimescolare e rimetterle al forno finchè non si sono cotte tutte uniformemente e si è formata una sorta di crosticina-gratinatura sopra.
Si tirano fuori dal forno e si fanno freddare.
E, come dicevo prima, si mangiano il giorno dopo.
Piatto unico.

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mercoledì 7 maggio 2008

Gelato ai frutti di bosco e meringa

Golosissimo... non pensavo, davvero.


Sto mettendo a dura prova le capacità della gelatiera nuova.
Prima di stancarmi e relegarla in un angolino.
Ogni pomeriggio, ormai da cinque giorni, scartabello il ricettario omaggio e pesco spunti.
Beh, più che spunti diciamo che replico scrupolosamente la ricetta proposta, mi sono permessa solo di modificare le quantità di zucchero in quasi tutte, troppo, veramente troppo.
Oggi è toccato al gelato ai frutti di bosco.
E qui ho modificato sia la quantità di zucchero, diminuendola rispetto all'originale mentre ho aumentato il succo di limone.

Gelato ai frutti di bosco
190 gr panna fresca
120 gr zucchero
300 gr frutti di bosco
il succo di due limoni
50 gr di latte
Posto che ormai ho assodato che per fare i gelati non si può, come invece dicono le istruzione allegate, mettere tutti gli ingredienti compreso lo zucchero e poi azionare la gelatiera; adesso "non mi fregano più" e ogni volta sciolgo lo zucchero in una piccola parte dei liquidi previsti scaldando il tutto a fuoco basso in un pentolino.
Stavolta una parte dello zucchero l'ho versato sui frutti di bosco insieme al succo di limone.
Il resto l'ho sciolto con il latte, e poi fatto freddare.
Frullato il tutto, togliendo un pò del sughetto dei frutti di bosco, unendo anche la panna e il latte con lo zucchero sciolto, ho messo nella gelatiera.
Quaranta minuti di vortici lilla e tornadi di puntini neri che si agitavano nel cestello, già l'acquolina pressava le papille gustative...
E poi ho preparato i bicchierini, niente di più semplice, strato di gelato, strato di meringhe sbriciolate, ancora gelato.
Sopra un pò del sughetto dei frutti di bosco e ancora bricioline di meringa.
Buono.
Forse un tantinello ancora troppo dolce.

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Gnocchi di semolino al pesto e nocciole

Vengono chiamati "alla romana", non so perchè.


Non so se appartengano alla tradizione gastronomica di Roma, a casa mia non si mangiavano eppure mia nonna romana da sette generazioni (almeno da parte di padre) lo era quasi....
Lei preparava il semolino classico, cotto nel latte caldo, brodoso, da annegare in un mare di parmigiano, meglio ancora con il formaggino che si scioglieva lentamente mescolando col cucchiaio.
Li ho scoperti quando abitavo in Veneto, vedendoli allineati nella vetrina di più di una gastronomia "prendieportaacasa" eppure ancora non li mangiavo, mi sembravano troppo pallidi, troppo insignificanti conditi com'erano con burro e parmigiano.
E sempre il cartellino: "Gnocchi alla romana" che mi lasciava perplessa e mi faceva dubitare delle mie stesse radici...
Mi piaceva, questo si, la forma tondeggiante.
Poi di gnocchi alla romana se n'è riparlato qui e quella stessa sera li ho voluti provare.
Conditi con un leggerissimo sugo al pomodoro e parmigiano.
Buoni ma volevo un gusto diverso e da allora li ho sempre conditi con il pesto fatto in casa e granella di nocciole tostate o filetti di mandorle, ed è diventato un must delle mie cene salvaserata, li propino a parenti ed amici i quali li apprezzano oppure magnanimamente fanno finta di apprezzarli...

Gnocchi di semolino al pesto e nocciole

Per il semolino:
1 lt di latte
250 gr semolino
2 rossi
una noce di burro
parmigiano da 50 gr in su, dipende dal gusto personale, io ne metto abbondante, tendo a viziarmi....
Si scalda il latte con la noce di burro; quando sta per bollire si versa a pioggia il semolino mescolando bene con un cucchiaio di legno (o con la frusta se si preferisce) perchè non si formino grumi.
Si continua a far cuocere sempre mescolando finchè il semolino si addensa.
Si toglie dal fuoco e si aggiunge un primo tuorlo mescolando bene per amalgamarlo al composto prima di aggiungere l'altro.
Si aggiunge anche il parmigiano q.p. (=quanto piace) e si stende in una teglia a circa 1/2 cm di altezza.
Quando si è raffreddato, si tagliano tanti tondi della misura preferita, non enormi, io consiglierei di diametro massimo di 5 cm.
Per i ritagli ci sono due scuole di pensiero: o si dispongono come primo strato nella pirofila e poi sopra i tondi integri oppure si possono reimpastare, stendere di nuovo e tagliare i tondi fino ad esaurimento.
A qualsiase delle due scuole di pensiero si preferisca appartenere (consiglio la prima...), comunque si dispongono (tondi e/o ritagli) allineati e leggermente sovrapposti, si cospargono di pesto, nocciole tritate grossolanamente e in forno a 180/200° finchè non sono leggermente gratinati.

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domenica 4 maggio 2008

Frutta, mimosa, crema, panna.....semplicemente buona!


E' da tuffarcisi...
Ideale per una torta di compleanno o altra occasione.
La base è di pan di spagna, poi crema, poi frutta e panna per decorare.
Piace a tutti, se non si fa una bagna con liquore piace anche ai bimbi purchè temerari e capaci di affrontare le incognite dei pezzettini di frutta (non tutti i bimbi lo sono, ahimè)...
Questa è grande, per circa 50 persone.
Fatta in abbondanza, tanto lo so che c'è sempre qualcuno che fa il bis....

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sabato 3 maggio 2008

Gelato al fiordilatte

Da ieri sono la fortunata proprietaria di una gelatiera, di quelle serie con il compressore, metti tutto dentro il cestello e via con le pale.....


Che poi, in realtà, non è proprio così.
I rossi d'uovo vanno montati con lo zucchero prima, per i gelati di crema; il cioccolato va fuso con un goccio di panna e poi fatto raffreddare bene prima di metterlo dentro il cestello...
Va bene, è che sono sfaticata, lo ammetto, ma per un buon gelato fatto in casa posso anche rimboccarmi le maniche.
La ricetta del fiordilatte è presa dal libricino in dotazione alla gelatiera.
Non ci sono uova e questo non mi dispiace, dovendo ancora impratichirmi della montatura dei rossi con lo sciroppo di zucchero caldo.
Ho modificato un pò le dosi ma credo di avere azzeccato la combinazione.

Gelato al fiordilatte

120 gr zucchero semolato
300 gr latte
200 gr panna liquida fresca
1 cucchiaino di estratto alcolico di vaniglia

Se si mettesse tutto dentro la gelatiera, verrebbe buono ma si sentirebbero i granelli di zucchero, quindi ho pensato di prendere circa 100 gr della dose intera di latte prevista e metterli in un pentolino a scaldare con lo zucchero mescolando finchè non avvertissi più con la punta del mestolo la granulosità dello zucchero.
A questo punto però si deve far raffreddare lo sciroppo di latte e zucchero sennò la gelatiera potrebbe perdere colpi.
Quando è giunto perlomeno a temperatura ambiente, si versa nel cestello con il restante latte, la panna e l'estratto di vaniglia e si avvia il Magnifico Apparato.
Ho calcolato che ci vogliono dai 35 ai 45 minuti per una mantecatura perfetta.
Poi si può conservare in freezer oppure mangiare subito (seconda opzione, please..)
Secondo me ci starebbe bene una colatura di caramello salato e meringhe sbriciolate..
Vado a fare il caramello.

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giovedì 1 maggio 2008

Romanità.....

Potevano mancare oggi, primo giorno di maggio, nel blog di una romana trapiantata nell'hinterland milanese?



Certo che no.
E pensare che da piccola le odiavo.
Odiavo il sapore dolciastro delle fave, odiavo il gusto pungente salato del pecorino.
Ma quando si è piccoli non si capisce nulla...
Quanti piatti di cicoria ripassata in padella mi son persa, scema che non sono stata...
Quante cucchiaiate di caponata ho rifiutato, ora che pagherei per riassaporare il gusto agrodolce che ogni volta era diverso, fatto da mia nonna senza ricetta ma solo con l'esperienza dell'occhio e della tradizione...
E i filetti di baccalà fritti in pastella che guardavo con sospetto limitandomi ad assaggiarne solo una puntina...
Le fave più buone sono quelle piccoline, a cui non serve togliere la buccia.
E il pecorino deve proprio essere quello ruspante, deciso, forte, senza remore.
Vino bianco fermo fresco.
Una delizia.
Da far girare la testa, da alzarsi da tavola con la sensazione che ti giri la terra intorno, quasi brilla e con gli occhi lucidi.
E un pò di malinconia nel cuore.

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Quadrotti veloci al limone e cocco

Ebbene si, sono ancora in fase limone-dipendente....


L'idea è presa dalla rivista "A Tavola" di questo mese.
Ho modificato un po’ le dosi originali col giusto senso critico che si deve applicare quando si legge una ricetta su una rivista: obiettivamente c’era troppo zucchero e la misura indicata per la tortiera troppo sottodimensionata rispetto alla quantità finale di impasto.
Sono molto simili ai Carrès au citron che avevo provato leggendo la ricetta qui ma questi sono infinitamente più veloci da fare con un ottimo risultato finale.

Quadrotti veloci al limone e cocco
130 gr zucchero
200 ml di panna fresca
250 ml di latte
125 gr burro
90 gr farina di cocco
80 gr farina 00
4 uova
2 limoni non trattati
1 cucchiaino di lievito per dolci
zucchero a velo
foglioline di menta

Si lavorano le uova intere montandole con lo zucchero e la farina finchè il composto è amalgamato.
Man mano si aggiunge la farina di cocco, il burro fuso e intiepidito, il latte, la panna, il succo e la scorza grattugiata dei due limoni.
L'impasto rimane molto liquido, va bene così.
Si fodera con carta forno bagnata e strizzata ben bene una tortiera rettangolare 30 x 23 e si versa l'impasto e si inforna a 180° (in forno preriscaldato) per circa 45'.
Fare la prova stecchino non appena la superficie sarà bella dorata.
Prima di sformare, attenzione: deve completamente raffreddarsi.
Tagliare a quadrotti delle dimensioni preferite (io trovo che piccini siano più carini), spolverizzare di zucchero a velo decorando (se piace) con qualche fogliolina di menta.
Il sapore della menta si sposa bene con quello del limone e cocco.
Durante la cottura la farina di cocco risale verso la superficie e l'interno dei quadrotti rimane morbido.
Buoni e veloci da fare.

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