Potevano mancare oggi, primo giorno di maggio, nel blog di una romana trapiantata nell'hinterland milanese?
Certo che no.
E pensare che da piccola le odiavo.
Odiavo il sapore dolciastro delle fave, odiavo il gusto pungente salato del pecorino.
Ma quando si è piccoli non si capisce nulla...
Quanti piatti di cicoria ripassata in padella mi son persa, scema che non sono stata...
Quante cucchiaiate di caponata ho rifiutato, ora che pagherei per riassaporare il gusto agrodolce che ogni volta era diverso, fatto da mia nonna senza ricetta ma solo con l'esperienza dell'occhio e della tradizione...
E i filetti di baccalà fritti in pastella che guardavo con sospetto limitandomi ad assaggiarne solo una puntina...
Le fave più buone sono quelle piccoline, a cui non serve togliere la buccia.
E il pecorino deve proprio essere quello ruspante, deciso, forte, senza remore.
Vino bianco fermo fresco.
Una delizia.
Da far girare la testa, da alzarsi da tavola con la sensazione che ti giri la terra intorno, quasi brilla e con gli occhi lucidi.
E un pò di malinconia nel cuore.
giovedì 1 maggio 2008
Romanità.....
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2 commenti:
ooh che bel post!
e pensare che mi sono imbattuto in fave&pecorino in un luogo molto lontano da Roma!
Tra qualche giorno pubblico il post...
Si, pubblica il post, sono molto curiosa di sapere fino a che luogo molto lontano si sono spinte le nostre tradizioni... :)
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